Fin dall'edizione 2009, la sigla ufficiale delle Giornate degli Autori è esplicitamente dedicata ai grandi registi, a personaggi la cui visione e forza creativa hanno cambiato per sempre il nostro modo di percepire la realtà. «È un progetto nato quasi per gioco - racconta il Delegato delle Giornate, Giorgio Gosetti - e all'inizio è stato realizzato praticamente in casa ricordando le bellissime immagini della sigla della Quinzaine des Réalisateurs. Ma fin dall'anno scorso si è arricchito dell'inestimabile contributo dell'Archivio di
Istituto Luce Cinecittà, vera memoria storica comune per le trasformazioni dell'Italia e quindi anche del cinema da circa ottanta anni».
Il gioco è diventato ben presto anche una sfida amichevole con il pubblico veneziano che si è divertito a riconoscere all'istante i ritratti dei registi, fissati negli appena trenta secondi della sigla scandita dal tema di La battaglia di Algeri messo amichevolmente a disposizione dal maestro Ennio Morricone. Così nel 2009 si cominciava con David Hemmings fotografo, autentico alter ego dell'autore in Blow Up. Nel 2010 si è privilegiato lo sguardo di grandi autori di tutto il mondo che dallo schermo guardavano dritti negli occhi gli spettatori e nel 2011 sono stati i Maestri ad accompagnare gli spettatori delle Giornate tra la gente, sul set, ai festival, per la strada.
La scelta di quest'anno, realizzata da Roland Sejko e Angelo Musciagna dell'Archivio Storico di Istituto Luce Cinecittà, è ancora più ambiziosa: condensare nei tradizionali trenta secondi quasi un secolo di cinema italiano con i sorrisi, le espressioni, i tic di alcuni formidabili interpreti della nostra storia: quasi un atto di legittimo orgoglio per una tradizione che non viene dispersa grazie alla passione della memoria e alla riconoscenza per chi ha scritto la nostra vita con le immagini.
Il gioco dei riconoscimenti, una volta di più, è facile e difficile: da Vittorio De Sica a Pier Paolo Pasolini è come se tutti insieme ci guardassero nel passare il testimone a una nuova generazione.
